Skip to main content

Sacro e
tradizione

La confraternita nel cuore della storia.

Incastonato fra le pittoresche case del centro storico, che con le loro pareti e archi sembrano volerlo proteggere, l’Oratorio di San Secondo, noto come Oratorio dei Neri, è un gioiello barocco sulla via principale Garibaldi che ci sorprende per la sua pura bellezza.

Cenni storici

L’edificio, sede della Compagnia della Misericordia, è stato costruito nel 1650 sull’area di un antico fabbricato, donato per volontà testamentaria dal nobile Antonio Porro.

Nel corso degli anni la sobria bellezza dell’oratorio è stata arricchita da opere d’arte, come le otto grandi tele sulle due pareti laterali, dipinte dal pittore genovese Serra. L’altare in marmo nero intarsiato risale al 1678 ed è un lavoro pregevole del maestro

Giacinto Aycardo: all’interno della nicchia è possibile ammirare la statua di San Secondo.

L’ingresso

Entrando dal portale in pietra della Turbia, scolpito dal maestro Benedetto Bruno di Monaco nel 1670, ci accoglie un semplice vano rettangolare: gli affreschi, incorniciati da motivi a stucco, sono opera di Maurizio Carrega e risalgono al biennio 1784-1786.

Il Cristo Morto

Il pavimento a scacchi bianco e nero conduce in un ambiente austero, senza banchi né sedie, da cui emerge l’opera Cristo Morto, lavoro pregevole del 1700: una statua snodabile, dal realismo toccante, progettata in modo da poter rappresentare, durante il Venerdì Santo, la discesa dalla croce.

L’altare

L’opera più moderna che osserviamo è il gruppo in stucco bianco nella nicchia dell’altare maggiore, dello scultore Paolo Biamonti. Si ipotizza che in origine lo spazio fosse occupato da un quadro ora scomparso, eseguito per la famiglia Porro nel 1600.

Informazioni
Via Garibaldi, 19 – 18039 Ventimiglia (IM)

Curiosità
Il nome Oratorio dei Neri deriva dal colore della cappa indossata dai confratelli della Misericordia.